Quando si parla di Crash Bandicoot, il primo pensiero va a platform veloci, livelli colorati e un gameplay avvincente. Ma cosa succede quando il marsupiale più famoso dei videogiochi abbandona le sue radici per tuffarsi nel mondo dei party game? Crash: Boom, Bang!, primo titolo della serie per Nintendo DS e sviluppato in Giappone dallo studio Dimps, tenta di rispondere a questa domanda. Purtroppo, il risultato lascia molto a desiderare.

Un nuovo stile grafico per un titolo fuori dagli schemi

Uno degli aspetti più distintivi di Crash: Boom, Bang! è il suo stile grafico. Utilizzando la tecnica del cel-shading, il gioco dona ai personaggi un contorno nero che li fa risaltare sul piccolo schermo del DS, conferendo un effetto cartoonesco e colorato. Tuttavia, questo approccio grafico, pur gradevole, non riesce a nascondere la scarsa fedeltà al DNA originale della serie. Già dai primi istanti, il titolo sembra più un gioco generico con il marchio di Crash incollato sopra che un’avventura degna del suo nome.

Una formula di gioco basata sulla fortuna

Crash: Boom, Bang! adotta una formula ispirata ai giochi da tavolo. I giocatori si alternano nel lancio di un dado per spostarsi su un tabellone, affrontando caselle che possono offrire premi, penalità o mini-giochi. Con sei tabelloni totali e percorsi che si biforcano, il gioco tenta di offrire varietà, ma la forte componente casuale annulla quasi del tutto la strategia. Questo è un problema cruciale, soprattutto per chi spera in un’esperienza più profonda o per chi desidera giocare in solitaria.

Le caselle bianche sono neutre, mentre quelle gialle offrono premi e punti extra. Le caselle blu sottraggono punti al punteggio totale, e quelle rosse attivano i mini-giochi, che rappresentano uno dei pochi momenti di interattività. L’obiettivo di ogni tabellone è raggiungere una meta o raccogliere oggetti chiave, ma il vincitore viene decretato esclusivamente dal punteggio totale. Questo approccio, combinato con la casualità delle caselle, rende l’esperienza frustrante e priva di un reale senso di progressione.

Mini-giochi: una delusione

I mini-giochi, attivati dalle caselle rosse o da incontri tra giocatori sul tabellone, sono brevi intermezzi che permettono di accumulare punti extra. Ce ne sono 40 in totale, molti dei quali richiedono l’uso del touchscreen o del microfono del DS. Tuttavia, le istruzioni poco chiare e i controlli imprecisi rendono l’esperienza spesso irritante. Alcuni mini-giochi riprendono meccaniche da titoli precedenti come Crash Bash, ma la loro implementazione è superficiale e priva di carisma.

Il vero problema dei mini-giochi è che, pur essendo centrali nell’economia del gioco, risultano noiosi e ripetitivi. Anche la possibilità di scommettere sui risultati quando non si partecipa direttamente è una meccanica poco incisiva, che non riesce a coinvolgere il giocatore.

Problemi di design e modalità multiplayer

Uno degli aspetti più criticati di Crash: Boom, Bang! è il suo design poco pratico. Le istruzioni di base vengono ripetute a ogni turno, costringendo il giocatore a saltarle manualmente ogni volta. Inoltre, è impossibile acquistare oggetti al negozio se non si è esclusi da un mini-gioco, e gli acquisti richiedono di sacrificare punti preziosi, un sistema che penalizza chi cerca di personalizzare i personaggi o migliorare le proprie strategie.

La modalità multiplayer, pur supportando il Download Play (quindi richiedendo una sola cartuccia), è vincolata ai contenuti sbloccati nella modalità avventura single-player. Questo significa che il giocatore deve affrontare ore di gioco solitario, caratterizzate da sessioni lunghe e frustranti, per sbloccare mini-giochi e tabelloni da condividere con gli amici.

Un esperimento mancato

Crash: Boom, Bang! tenta di offrire un’esperienza diversa per la serie, ma fallisce nel catturare lo spirito del franchise. Le sue meccaniche di gioco basate sulla fortuna, i mini-giochi poco ispirati e un design complessivamente mal progettato rendono il titolo poco appetibile, soprattutto per chi gioca da solo. Sebbene il comparto grafico sia piacevole e la modalità multiplayer abbia qualche potenziale, ci sono alternative ben migliori nel genere, come il classico Crash Bash.

Crash: Boom, Bang! rimane un esempio di come un marchio amato possa essere sfruttato male, offrendo un prodotto che, nonostante qualche sprazzo di creatività, manca completamente di divertimento e coerenza con l’identità della serie.