A volte ci si chiede, anche ironicamente, perché determinati titoli amati dal pubblico e dai fan non hanno mai ottenuto un sequel. Per esempio: se Crash Bash ha avuto un successo straordinario, non esiste un Crash Bash 2? O, peggio ancora, perché Crash Twinsanity, adorato da molti fan, non ha mai avuto un seguito? Eppure, contro ogni aspettativa, un titolo come Crash Boom Bang, il controverso party game per Nintendo DS uscito nel 2006, spesso considerato uno dei capitoli meno amati del franchise, ha ricevuto un sequel esclusivo per il mercato giapponese: Chokkan Crash Bandicoot.
Un sequel perduto e inaccessibile
Rilasciato nel 2007 esclusivamente per i telefoni DoCoMo SH904i, Chokkan Crash Bandicoot è un esempio lampante di semi-lost media. Questo gioco utilizza lo stesso motore grafico e lo stile visivo di Crash Boom Bang, ma si distingue per la presenza di nuovi minigiochi basati sui sensori di movimento, tecnologia all’epoca molto popolare in Giappone. Per giocare, bisognava inclinare o muovere il telefono in modi specifici, come oscillarlo per simulare un lancio di martello o inclinarlo per controllare Crash durante uno slalom sugli sci.
Nonostante la curiosità generata da questo titolo, Chokkan Crash Bandicoot è praticamente introvabile oggi. Non esistono ROM o file Java pubblicamente disponibili, e gli unici frammenti visivi del gioco sono brevi video gameplay condivisi online da pochi collezionisti giapponesi che hanno nella loro abitazione questo vecchio cellulare.
Un pezzo di storia dimenticata

La decisione di Vivendi di affidare a Dimps — sviluppatori noti per i giochi di Dragon Ball Budokai e Xenoverse — il compito di sviluppare Crash Boom Bang e il suo sequel, ha sempre suscitato perplessità. Nel decimo anniversario di Crash Bandicoot, molti fan occidentali si sono trovati spiazzati dalla scelta di celebrare il franchise con un titolo che sembrava (ed era) distante dalla qualità e dallo spirito dei capitoli principali passati.
Eppure, la stessa esistenza di un sequel come Chokkan Crash Bandicoot solleva una domanda fondamentale: perché questo gioco è stato realizzato mentre titoli amati come Crash Bash non hanno mai avuto un seguito diretto? Forse si tratta di una semplice questione di mercato, o forse, come suggerisce il tono ironico di molti fan, siamo solo vittime di una timeline bizzarra in cui Crash Boom Bang riceve un sequel e Crash Bash rimane senza.
Il valore del collezionismo

Seppure criticato, Chokkan Crash Bandicoot rappresenta un pezzo di storia che molti collezionisti e fan sfegatati vorrebbero possedere. La difficoltà (e ad essere onesti anche la poca voglia) di reperire copie funzionanti del gioco o dei telefoni DoCoMo compatibili lo rende un oggetto di culto tra i fan hardcore del franchise. Tuttavia, considerando la qualità discutibile di Crash Boom Bang suo predecessore, forse non stiamo davvero perdendo un capolavoro.
Chokkan mon amour

In un mondo ideale, avremmo avuto un Crash Bash 2 o un Crash Twinsanity 2. Ma la realtà ci regala storie come quella di Chokkan Crash Bandicoot: un capitolo misterioso e inaccessibile che ci ricorda quanto sia variegato e sorprendente il panorama videoludico. E mentre ci chiediamo ancora perché certi giochi abbiano ricevuto un sequel e altri no, non possiamo fare altro che immaginare in futuro l’arrivo di una rom o di un file .jar del suddetto gioco giapponese.