C’è stato un tempo in cui, nell’allora piccolo settore videoludico, certi giochi senza licenza venivano acquistati da ignari acquirenti. Stiamo parlando ovviamente dei giochi bootleg. Ma cosa significa, questa parola?
Il termine può sembrare buffo, ma si riferisce semplicemente ai “videogiochi contraffatti”. Non tutti hanno chiaro il concetto: si tratta di giochi originali modificati senza autorizzazione, a volte solo in parte, altre in modo radicale. Esistono anche le multicartucce, cartucce che contengono più giochi di sviluppatori diversi.

Questi prodotti sono illegali, ma continuano ad attirare l’attenzione, soprattutto tra i collezionisti disposti a pagare cifre elevate per titoli rari, anche se spesso si tratta solo di ricordi lontani. Con le moderne console, è ormai facile bloccare questi giochi, ma i bootleg – o “cinesate” – evocano ancora la nostalgia delle bancarelle di paese, dove un tempo erano facilmente reperibili.

Nel vasto mondo dei videogiochi bootleg, ci sono alcuni titoli che si distinguono per la loro assurdità e stranezza. Uno di questi è 2003 Crash II Advance, un titolo che si spaccia per un gioco ufficiale di Crash Bandicoot su Game Boy Color, ma che in realtà è un prodotto realizzato senza alcuna licenza. Questo gioco, sviluppato da una compagnia famosa per questo genere di giochi chiamata Sintax, rappresenta un curioso tentativo di portare l’iconico marsupiale su piattaforme dove non avrebbe mai dovuto essere.

Un Crash Bandicoot che non è Crash Bandicoot

A prima vista, la copertina e il titolo potrebbero ingannare un occhio meno attento. L’illustrazione sembra ripresa direttamente dai giochi ufficiali, ma il nome stesso del titolo lascia già qualche dubbio: 2003 Crash II Advance. Perché “2003”? Perché “Crash II” quando su Game Boy Color non esiste alcun gioco di Crash Bandicoot? Una volta avviato il gioco, ogni speranza di trovarsi di fronte a un’esperienza autentica si dissolve immediatamente.

La grafica del gioco è rudimentale e sembra basarsi su asset ripresi da altre produzioni bootleg di Sintax. Crash stesso ha un aspetto strano, con animazioni poco fluide e una colorazione che non sempre sembra corretta. Gli ambienti di gioco sono generici e non ricordano affatto il mondo colorato e dettagliato dei veri titoli di Crash Bandicoot.

Un gameplay frustrante e sbilanciato

Se la grafica lascia perplessi, il gameplay è ancora peggio. I controlli sono imprecisi e rendono difficile persino il semplice movimento di Crash. Il salto è mal calibrato, e la hitbox dei nemici è estremamente punitiva, portando spesso a morti ingiuste. Nonostante il tentativo di imitare lo stile platform dei titoli originali, il gioco risulta frustrante e poco godibile.

Non ci sono livelli ben progettati o un sistema di progressione chiaro: tutto sembra assemblato in maniera casuale, senza una vera logica. I nemici sono presi da altri giochi ufficiali, e non hanno nulla a che vedere con l’universo di Crash Bandicoot. Anche la colonna sonora è un miscuglio di tracce MIDI di scarsa qualità, alcune delle quali non sembrano nemmeno appartenere a un platform.

Un fenomeno da collezionisti

Nonostante la sua pessima qualità, 2003 Crash II Advance è diventato un oggetto di curiosità per i collezionisti e gli appassionati di giochi bootleg. La cartuccia è difficile da trovare, e il gioco è spesso discusso in forum dedicati a titoli pirata e non ufficiali. La sua esistenza testimonia la popolarità di Crash Bandicoot nei primi anni 2000 e la volontà di alcune compagnie senza scrupoli di capitalizzare sul successo del franchise.

Un gioco di Crash da (non) avere

2003 Crash II Advance non è un gioco che valga la pena di essere giocato per il puro divertimento, ma piuttosto un bizzarro artefatto dell’industria videoludica underground. Se siete appassionati di bootleg e stranezze videoludiche, potrebbe essere una curiosità interessante da esplorare, ma se cercate un’esperienza autentica di Crash Bandicoot su Game Boy, Color o Advance che sia, è meglio restare sui titoli ufficiali come Crash Bandicoot XS e Crash Bandicoot 2: N-Tranced.