[Premessa: l’articolo sottostante è scherzoso e da non prendersi sul serio. L’autore stesso dell’articolo viene da Napoli e ha voluto raccontare un po’ della sua città con ironia.]

Mentre scrivevo l’articolo – che rimando ormai da tre settimane – d’opinione su Crash of the Titans, non so come, non so perché, sono finito a guardare un gameplay di CTTR e mentre ascoltavo un caricamento, la mia mente ha partorito la teoria che non ci meritiamo, ma di cui abbiamo disperatamente bisogno.
Crash Bandicoot… è napoletano?
Si tratta di una teoria che è nata dallo studio di certe ambientazioni della serie e da alcuni personaggi che sembrano avere un filo conduttore.
E più scavi nella tana del bianconiglio, più le intenzioni degli sviluppatori nei vari giochi diventano evidenti: non c’è neanche bisogno di parlare delle somiglianze delle tre isole principali con l’arcipelago campano.

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È autoevidente. N. Sanity Island è Capri (la più bella), Wumpa Island Procida (la più incontaminata) e Cortex Island Ischia (la più grande). Il fatto più sorprendente però viene dalle versioni portatili di Crash of the Titans, in cui alcuni livelli sono ambientati a N-Trapment Island, un’isola-prigione presieduta da Tiny Tiger. Proprio come l’isola di Nisida, dove si trova il carcere minorile di Napoli (cui è liberamente ispirata l’ambientazione della famosa serie Marefuori).

E non è la sola location che può sembrarci familiare: le numerose rovine della serie di Crash che ci ricordano delle spettrali rovine di Pompei. Nulla di chiaro come in Crash Tag Team Racing però, dove l’intera ambientazione, il MotorWorld, è un parco divertimenti fatiscente, una vera e propria trappola mortale reminescente del parco divertimenti più antico d’Italia: L’Edenlandia di Fuorigrotta, in stato di decadenza negli anni 2000 e sede nella sua lunga storia di 2 incidenti mortali (adesso per fortuna va un po’ meglio).

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E ancora: come dimenticare la segheria dei Koo-ala, reminescente del quartiere Gianturco (Zona Industriale), o del villaggio dei Melmosi, liberamente basato sulla zona del Termovalorizzatore di Acerra. E come dimenticarci le scelte di design: la cresta di Crash nel suo design di Twinsanity e CTTR non è che una rivisitazione dell’iconico taglio della leggenda della SSC Napoli, Marek Hamsik.

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Alcuni hanno voluto rivedere in Dingodile e nel suo lanciafiamme una colorita citazione alla gestione Covid del presidente della Campania Vincenzo De Luca, mentre altri hanno allacciato una connessione fra l’eterno infelice N. Brio e il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis.
Insomma, la serie di Crash ha nei suoi luoghi tutte le virtù partenopee: il sole, il mare e soprattutto il cuore. Non è un caso che per anticipare l’annuncio di CTRumble ad alcuni influencer sia stato mandato loro un cartone della pizza.

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E voi? Siete d’accordo? Che somiglianze riuscite a trovare per corroborare questa teoria?