I videogiochi platform hanno sempre rappresentato una sfida affascinante per i giocatori, e due titoli degli anni ’90 che emergono in questo genere di “titoli difficili” sono il primo Crash Bandicoot ed il primo Rayman. Entrambi sono stati pionieri di due famose serie, così come due dei tanti capostipiti nel portare l’esperienza dei platform ad un nuovo livello assieme a Super Mario 64, ma si distinguono per approcci unici alla difficoltà di gioco, vuoi per controlli, vuoi per meccaniche.

Crash Bandicoot: La sfida tra giungle, templi e laboratori

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Sunset Vista è tra i livelli meno ricordati tra quelli più difficili, ma la vista e l’atmosfera ripagano tutto.

Crash Bandicoot, sviluppato da Naughty Dog e pubblicato da Sony Computer Entertainment nel 1996, ha introdotto i giocatori in un mondo tridimensionale vibrante e pericoloso. La difficoltà di Crash Bandicoot risiede principalmente nella sua struttura lineare con livelli tridimensionali, che sfidano i giocatori con ostacoli intricati, nemici e una varietà di trappole ingegnose.

Un elemento distintivo di Crash Bandicoot è il suo sistema di prospettiva fissa, che rende il calcolo dei salti più impegnativo grazie ad una percezione all’epoca nuova della prospettiva. La difficoltà crescente è evidente nei livelli successivi, dove c’è una necessità di precisione nei movimenti e di tempismo, a volte impeccabile. La mancanza di checkpoint frequenti aumenta il livello di sfida, costringendo i giocatori a perfezionare le loro abilità per avanzare e finire il gioco.

Rayman: Il mondo per mani allenate senza arti

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Candy Chateau resta uno dei mondi più belli e più ostici dell’intero panorama PS1.

Dall’altra parte, Rayman, creato da Ubisoft (e dal mai dimenticato Michel Ancel) e rilasciato nel 1995, offre un’esperienza di gioco completamente diversa. Ambientato in un mondo magico e surreale, Rayman affascina i giocatori con il suo stile artistico unico e la sua musica coinvolgente. La difficoltà di Rayman si manifesta attraverso la sua struttura non lineare, con una vasta mappa del mondo e la possibilità di affrontare i livelli in qualsiasi ordine.

La sfida principale in Rayman deriva dalla richiesta di precisione millimetrica nei salti e di pochissimi e rarissimi checkpoint all’interno dei livelli. La perdita di tutte le vite porta a ripartire totalmente da zero, costringendo i giocatori a perfezionare ogni aspetto della loro tecnica. La presenza di enigmi complessi e nemici impegnativi (qualcuno ha detto i grilli?) aggiunge ulteriori livelli di difficoltà, richiedendo abilità di gioco molto sofisticate.

Due diverse dimensioni di difficoltà

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Eccoli, nella loro prima edizione, in tutta la loro bellezza.

Entrambi i giochi hanno influenzato profondamente il genere platform, ma la differenza nella difficoltà riflette le scelte di design uniche di ciascun titolo. Mentre Crash Bandicoot mette alla prova la precisione e il tempismo, Rayman sfida la perseveranza e la risoluzione di enigmi. La richiesta di rompere tutte le gabbie in Rayman e la necessità di superare intere serie di livelli in un colpo solo aggiungono un elemento di tensione che può essere assente in Crash Bandicoot a seconda del giocatore.

In conclusione, entrambi i capostipiti della serie di Crash Bandicoot che di Rayman offrono sfide formidabili, ognuna con il proprio stile distintivo. La difficoltà in questi giochi non è semplicemente un ostacolo da superare, ma un elemento che arricchisce l’esperienza di gioco, facendo sì che i giocatori si immergano completamente in mondi affascinanti e impegnativi.