Il mondo dei platform è rimasto sotto shock per l’annuncio di Bubsy 4D, un ritardatario sequel a Bubsy 3D: uno dei giochi più vituperati di tutti i tempi, uscito ad un paio di mesetti di distanza dal primo Crash (9 Settembre rispetto al 25 Novembre).

Per chi non lo conoscesse, il clamore è dovuto anche al fatto che un franchise così storicamente mediocre continui a tornare e produrre giochi. Bubsy vantava infatti tre giochi 2D nella prima metà di anni ’90, recepiti mediamente bene. Il salto in 3D, come per molte altre serie dell’epoca, determinò apparentemente la morte del franchise; benché al lancio Bubsy 3D fu accolto in maniera abbastanza tiepida, col passare dei decenni è passato alla storia come uno dei giochi peggiori di tutti i tempi.

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(crediti a @KlonoaPrime su X )

Ironicamente, questa reputazione ha mantenuto a galla il nome di Bubsy: già negli anni ’10 il marchio, finito fra le mani di Tommo Inc., produsse due nuovi giochi: Woolies Strike Back e Paws on Fire, entrambi recepiti come prodotti insipidi, mediocri e sovrapprezzati. Quest’ultimo dovette addirittura lanciare un Kickstarter – fallito – per cercare di finanziare un eventuale DLC, cosa eloquente sia sui dati di vendita che sulla reale fiducia di Tommo Inc. nel brand.

Ormai due anni fa Atari acquisì l’IP di Bubsy e fece rapidamente appello agli sviluppatori Indie sui social: se avessero avuto idee per un nuovo gioco avrebbero avuto l’approvazione per svilupparlo. Così si fece avanti fra tutti Fabraz, sviluppatore di Demon Turf. Ironicamente, in un periodo nel quale Atari sta cercando di rilanciarsi come publisher, quello della lince è – causa meme – il brand più famoso su cui sono riusciti a mettere le mani nella loro spesa furiosa di IP (giusto qualche giorno fa hanno comprato i diritti a cinque giochi Ubisoft).
Nel frattempo, altre serie platform ben più amate sono lasciate a sé stesse: quali Banjo, Spyro, Rayman e soprattutto Crash. Ciò ha prodotto alcuni ilari meme sulla resilienza della lince:

Ma se vi dicessi che fu proprio Crash ad atterrare il franchise di Bubsy in primo luogo, nel lontano ’97? Non ci credete? Eccovi le parole del creatore di Bubsy in persona, Michael Berlyn:

“Abbiamo imparato molto sulla progettazione 3D, sulla programmazione, sull’ambiente e su ciò che era possibile e impossibile realizzare”, ha affermato, “e siamo andati alla Sony per proporre loro di realizzare un prodotto. Abbiamo portato un prototipo di Bubsy 4, che in realtà non era altro che un biglietto da visita. Loro hanno capito dove volevamo arrivare e hanno detto: ‘Sì, siamo interessati a realizzare un prodotto con voi’. Ma assolutamente non un prodotto con animali pelosi, ne abbiamo già uno”.
In quel periodo, il reparto marketing di Sony era impegnata ad inserire la loro nuova mascotte, Crash Bandicoot, nelle pubblicità della pizza. “Allora abbiamo detto ok, scegliete un prodotto qualsiasi e, di comune accordo, abbiamo deciso di realizzare Syphon Filter”. Syphon Filter, un gioco d’azione in 3D chiaramente ispirato a Metal Gear Solid, sarebbe stato l’ultimo di Berlyn (e realizzato grazie all’esperienza con la modalità multiplayer di Bubsy 3D, aggiunge Poli).
(Intervista a Gamasutra, 2005).

Un altro degli sviluppatori, Richard Ham, confermò in un’intervista più recente l’esistenza di questo prototipo e di un lavoro intento a perfezionare i controlli, che non riscontrò però l’interesse di Sony.

In effetti, più uno guarda le due serie da vicino, più si trovano somiglianze: due animali antropomorfi arancioni fortemente ispirati ai cartoni animati americani (cartoni anni ’20 per Bubsy, Looney Tunes per Crash) che viene espressa attraverso una varietà di animazioni (soprattutto di morte del personaggio). Entrambi creati sul solco dei mascot platformer degli anni ’90, una moda inaugurata da Sonic. Ed ora, in un cerchio ironico – pare che Bubsy sia sopravvissuto al suo assassino.
Speriamo non troppo a lungo.

(anche perché il sottoscritto ha già ricevuto qualche minaccia)